G.M. femmina 1962

Questo è un caso veramente eccezionale. Si tratta di un carcinoma avanzato della mammella dx che la paziente, per paura della chemioterapia, aveva tenuto nascosto. Dopo venti mesi circa (nell'agosto 2001) per il grave malessere causato dal cancro-ascesso con ulcera di 4 cm che si era formata, con notevoli perdite ematiche, dolori insopportabili per le numerosissime metastasi ossee (rachide , coste, sterno), toraciche (polmoni e mediastino), fu costretta a rivelare al proprio curante ed al fratello medico la grave situazione.

L'agobiopsia effettuata su di un linfonodo sovraclaveare dx dimostra trattarsi di carcinoma.

La TAC del 21 agosto 2001, dalla quale si evince tra l'altro che le dimensioni della mammella dx sono circa il doppio della sx, referta:

Esame eseguito unicamente in condizioni basali per rifiuto della paziente a ricevere mezzo di contrasto endovena.

Si rilevano i seguenti reperti (in pz. Con nota etp mammaria dx localmente avanzata):

-multiple adenomegalia nel cavo ascellare dx

-due micronoduli localizzati, rispettivamente, nel segmento apicale del LSSn e nel segmento dorsale del LSDx.

-2 millimetriche aree di aumentata densità parenchimale a vetro smerigliato, a carattere pseudonodulare, localizzate rispettivamente nel segmento apicale del LIDx e nel segmento del LSDx.

-sottile stria densa nel segmento anteriore del lobo superiore sx in sede periferica subpleurica..

-alcuni linfonodi con asse corto max attorno o sotto il cm in sede mediastinica prevascolare dx, tracheobronchiale dx e sottocarenale.

-3 lesioni focali epatiche localizzate rispettivamente, nei segmenti I (2,5 cm) e V-VI (delle dimensioni rispettivamente di 1 e 1,5 cm circa).

-grossolana lesione osteolitica a carico della metà dx della porzione medio-distale del manubrio e della porzione prossimale del corpo sternali con estensione nelle parti molli sia anteriormente sia posteriormente (in corrispondenza dei vasi mammari interni, ove non risulta possibile una sicura distinzione con adenomegalie eventualmente presenti).

-lesioni osteolitiche a carico del soma D2, D4, D5 e L4.

-lesione osteolitica del tratto medio della V costa.

Il Radiologo Dr. L.B.

Metastasi polmonari

 

 

 

Metastasi epatiche

 

 

Metastasi vertebrale

Metastasi sternale

La scintigrafia mette in evidenza un quadro di disseminazione metastatica allo sterno, coste, colonna e bacino.

Il marcatore CA15.3 era 966,5 (valore max. 38,6). Il CEA 26,9 (valore max 4,9).

Con questi referti la paziente si presenta dal chirurgo a Pisa che esclude la possibilità di un intervento chirurgico e la invia in oncologia sempre a Pisa. Anche l'oncologo che la visita il 29 Agosto non le dà nessuna speranza di guarigione con una eventuale chemioterapia. Il giorno successivo 30 Agosto 2001 la paziente si presenta al mio studio.

Le condizioni generali erano veramente scadute, con un quadro mammario come poche volte mi è capitato di vedere in oltre 30 anni di attività. Dopo aver medicato l'ulcera le chiesi di provare la terapia Di Bella per 40 gg.

Inizia la terapia il giorno 3 Settembre e dopo 15 gg la paziente riferiva diminuzione dei dolori, camminava meglio e l'ulcera della mammella si era ridotta migliorando l'aspetto generale.

Il primo segno positivo bioumorale è del 8.11.2001 con un CA15.3 sceso a 157,6; il secondo evento è la caduta dell'escara formatasi sulla mammella (ridotta moltissima di volume) e la scomparsa dei linfonodi sovraclaveari ed ascellari a dx nel mese di Dicembre.

Il 17 Gennaio 2002 il CA15.3 è 39 ed una TAC del 24 Gennaio 2002, a distanza quindi di neanche 5 mesi dall'inizio della terapia referta:

 

Esame messo a confronto con uno precedente eseguito in data 21.08.2001.

Al controllo odierno si apprezza un NETTO MIGLIORAMENTO DEI REPERTI PRECEDENTEMENTE SEGNALATI

-riduzione volumetrica delle adenomegalie a sede ascellare dx con presenza oggi di un solo linfonodo dimensionalmente ai limiti della significatività (asse corto max centimetrico)

-assenza di distinte nodularità in ambito parenchimale polmonare bilateralmente

-assenza di linfoadenomegalie dimensionalmente significative in sede mediastinica.

-netta riduzione volumetrica delle focalità epatiche precedentemente descritte a livello dei segmenti I, V e VI;

.omissis….

-marcata regressione dell'interessamento osseo con aspetto maggiormente strutturato (osteoaddensante) dei segmenti scheletrici sede di secondarismi; in particolare a carico dello sterno si documenta

riduzione subtotale dell'estensione nelle parti molli limitrofe.

Il Radiologo Dr. L.B.

I referti portano la firma dello stesso radiologo Dr. L. B. del Dipartimento di Diagnostica Per Immagini Università di Pisa.

I diagrammi dei marcatori sono nella norma, la paziente sta benissimo e già nel Dicembre 2001 e in Febbraio del 2002 ha ridotto il dosaggio del ciclofosfamide, mentre prosegue la terapia con somatostatina 2 mg, melatonina 20 mg, bromocriptina 2,5 mg, calcio 1 g, retinoidi 10 cc, vitamina D.

In Aprile 2002 la paziente comincia a frequentare 5 giorni alla settimana una palestra dove effettua 2 ore al giorno di ginnastica con attrezzi il che comporta un notevole impegno fisico. Conduce una vita normalissima e le TAC successive Agosto 2002, Febbraio 2003 e Febbraio 2004 ripetono tutte la stessa diagnosi radiologica del 2002, praticamente la totale scomparsa delle metastasi epatiche, polmonari, linfonodali mediastiniche, ossee.

La paziente sta benissimo e non credo proprio che con altri interventi terapeutici avrebbe potuto ottenere questi risultati. Il Prof. Di Bella spesso diceva che è sufficiente un buon caso a dimostrare la validità della sua terapia! Infatti questo è un caso di tumore T4D infiammatorio che in genere porta al decesso la paziente con gravissime sofferenze ed in breve tempo. Una sopravvivenza (tre anni ad Agosto) con una qualità di vita ottima come ho potuto constatare in questo caso è, secondo me, dovuta al fatto che la signora non era mai stata trattata con chemioterapici.